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Decreto salva-casa: tutte le modifiche dopo la sanatoria del Ministero

Decreto salva-casa: tutte le modifiche dopo la sanatoria del Ministero

Il decreto salva-casa del ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini ha allargato le maglie della sanatoria per piccoli abusi edilizi. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, sancisce che si potranno sanare «la porta-finestra, la parete in cartongesso, la cameretta, la veranda, il bagnetto».

Particolarmente importante la serie di emendamenti presentati dalla Lega sulla “pace edilizia” e in particolare sui requisiti minimi per l’abitabilità, dall’altezza dei soffitti alle superfici, ma anche cambi di destinazione d’uso per uffici e negozi al piano terra. Ma anche tolleranze costruttive sulle stanze e sui tramezzi. Vediamo nel dettaglio in cosa consistono.

Attualmente l’abitabilità nei locali viene riconosciuta solo se la superficie degli spazi è pari ad almeno 28 metri quadrati per una persona o a 38 per due persone. Con gli emendamenti presentati, l’abitabilità scende a 20 metri quadrati, per una persona e 28 per due.  La soglia minima per i soffitti passa da 2.70 a 2,40 (trenta centimetri in meno per corridoi, bagni e ripostigli). Potrebbero dunque ricevere il requisito dell’abitabilità, per esempio, un lavatoio, una mansarda ricavata da un sottotetto, ma anche una cameretta con bagno e cucina.

Novità anche sui cambi di destinazione d’uso. In particolare per i locali che si trovano al piano terra. Che potranno diventare case. Relativamente calle tolleranze costruttive, quella del 2 % viene portata al 3% per le abitazioni con una superficie tra 300 e 500 metri quadri. Al 4%, invece, per quelle tra 100 e 300 metri: fino al 5% sotto i 100 metri quadri. Anche qui la sanatoria si fa permanente perché si estende a tutti gli immobili che saranno realizzati in futuro, mentre il decreto limita l’applicazione delle nuove tolleranze agli interventi realizzati entro il 24 maggio.

Infine, il certificato di agibilità si avrà con un solo bollino. . L’immobile non potrà essere dichiarato non conforme se chi ha eseguito i lavori ha ottenuto già un certificato di agibilità/abitabilità da un tecnico del Comune o della Asl che ha effettuato un sopralluogo senza rilevare difformità. Il pacchetto di misure prevede anche semplificazioni per gli interventi realizzati prima del 1977: per le varianti realizzate in sede di realizzazione degli immobili prima del ‘77 saranno previste «forme semplificate di regolarizzazione delle parziali difformità presenti». Regolarizzare costerà dai mille ai 31 mila euro. Ovvero bisognerà pagare una sanzione pecuniaria pari al doppio dell’aumento del valore dell’immobile

Incidenti sul lavoro, come fermare la scia di sangue? Riunione a Firenze dei delegati Rls e Rlst Cisl di Toscana e Umbria

Incidenti sul lavoro, come fermare la scia di sangue? Riunione a Firenze dei delegati Rls e Rlst Cisl di Toscana e Umbria

Oltre 130 rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza aziendali (Rls) e territoriali (Rlst) della Cisl di Toscana e Umbria, si sono riuniti oggi nell’auditorium Cisl di via Dei, a Firenze, per un’assemblea interregionale su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, dal titolo “Conoscere per prevenire e tutelare”.

Sicurezza è la priorità

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Strage Firenze, Pelle: “Sicurezza è la priorità, impegno comune per tutelare i lavoratori nei cantieri

Enzo Pelle, segretario generale Filca-Cisl: “La tragedia di Firenze ci lascia sgomenti, siamo vicini ai familiari delle vittime e ai feriti. Noi continuiamo a ribadire che la sicurezza nei cantieri è la priorità: l’edilizia è tra settori a più alto rischio, con in media una vittima ogni due giorni, una scia di sangue inaccettabile. Bisogna affrontare questa emergenza elevando la qualità della sicurezza e della formazione, e applicando il contratto edile. Sono questi gli strumenti a nostra disposizione per garantire la qualità e la sicurezza del lavoro nei cantieri”.

Previdenza complementare e buone pratiche: il caso del Fondo Arco – Intervista al presidente Luciano Bettin

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Oltre 83mila associati, 4.405 aziende e un patrimonio in gestione vicino agli 800 milioni di euro. Sono i numeri di Arco, il Fondo di previdenza complementare avviato nel 1999 e riservato ai lavoratori dei settori legno, sughero, mobile, arredamento e boschivi/forestali, laterizi e manufatti in cemento, lapidei, maniglie. Il Fondo ha appena festeggiato i 25 anni di vita: l’occasione per fare il punto sull’attività e delineare le strategie per il futuro.

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