Un badge di cantiere per aumentare la sicurezza: la sperimentazione parte dal cratere Sisma 2016

Il badge di cantiere nell’area del Sisma 2016, in vigore per tutti i lavori, è un risultato importante che vede le parti sociali e datoriali condividere con il Commissario Castelli l’uso di uno strumento digitale per la rilevazione costante delle presenze dei lavoratori. Ennesima dimostrazione di come il sistema bilaterale edile sia al servizio delle istituzioni e si ponga come presidio per la legalità e la sicurezza”.
È quanto affermano in una nota congiunta i sindacati Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil a margine della conferenza stampa su ‘Controllo, sicurezza e legalità nei cantieri del cratere del sisma del 2016’ che si è tenuta questa mattina al Ministero del Lavoro per la presentazione del badge di cantiere contro le infiltrazioni mafiose e a tutela dei lavoratori. Alla presentazione, insieme alla ministra Marina Calderone, il sottosegretario all’Interno, Emanuele Prisco, il commissario straordinario al sisma 2016, Guido Castelli, e il prefetto Paolo Canaparo, direttore della Struttura per la prevenzione antimafia.
“L’introduzione del badge, stabilita dall’ordinanza speciale in deroga 216 del 27 dicembre scorso – affermano in una nota congiunta i sindacati – è uno strumento digitale per il completo monitoraggio delle presenze nei cantieri della ricostruzione del Centro Italia colpito dal sisma del 2016, attraverso l’accessibilità dei dati a tutti gli organi di controllo, per la tutela dei lavoratori e del tessuto produttivo”.
L’obiettivo del badge
L’obiettivo del badge affiancato dal settimanale di cantiere, previsto dalla normativa antimafia e che ogni venerdì dovrà essere redatto dalle imprese ha l’obiettivo di “evitare possibili infiltrazioni della criminalità organizzata in una ricostruzione che, nel complesso, prevede tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori degli oltre 8.100 cantieri di ricostruzione privata, a cui si aggiungono oltre 3.500 interventi pubblici”. Due misure che, spiegano i sindacati, sono il frutto “di un lavoro per arrivare alla completezza massima dei dispositivi finalizzati a legalità, trasparenza sicurezza e che consentiranno agli organismi ispettivi e alle casse edili di avere piena contezza delle risorse umane e dei flussi di manodopera in ogni cantiere”. Sarà l’area del cantiere del sisma 2016 che ha coinvolto anche l’Umbria a testare questo badge ma l’obiettivo è estenderlo alle grandi opere infrastrutturali di tutta l’Italia e ovviamente nelle opere del Pnrr, fino a farlo diventare un must nei cantieri pubblici
Pertanto sottolinea, “Va dato atto al Commissario Castelli e alla sua struttura di avere non solo condiviso le finalità, superando i limiti imposti dalla privacy, ma anche di aver portato a sintesi i diversi punti di vista delle parti sociali, mettendo al centro, come richiesto dai sindacati, l’attenzione alla prevenzione di intermediazione illecita e sfruttamento della manodopera, scorretta applicazione del contratto edile, somministrazioni irregolari, controllo partite Iva, lavoro nero e forme di lavoro grigio, così come la necessità di programmare percorsi specifici di formazione attraverso gli enti bilaterali di settore, per citare i più noti”
Lavorare per limitare ulteriormente il subappalto
Fra le richieste avanzate dalle sigle di settore al commissario, anche quella di estendere l’ordinanza di limitazione del subappalto a cascata per la ricostruzione pesante non solo ai lavori privati ma anche a quella pubblica, tramite adeguati controlli e anche un maggior monitoraggio della corretta applicazione del badge, “con la precisa volontà di estendere questa esperienza sul territorio nazionale, continuando a batterci per la legalità e la regolarità, la sicurezza, limitando il subappalto a cascata in tutti i lavori della ricostruzione sia privati che pubblici”