Superbonus, in Umbria efficientate appena il 4,7 percento delle abitazioni

Superbonus, in Umbria efficientate appena il 4,7 percento delle abitazioni

La Filca Cisl lo va dicendo da tempo: il Superbonus è stata una idea applicata male, perché non è stato utilizzato come avrebbe dovuto ossia per venire incontro alle fasce più deboli. Il dato adesso è certificato anche da una indagine della Cgia di Mestre su scala nazionale, che rapportato all’Umbria dà risultati nella media italiana ma che non per questo devono far sorridere.

In Umbria sono stati spesi 2,3 miliardi di euro- sui 123 miliardi totali – per rendere più efficiente appena il 4,7 per cento delle abitazioni del territorio (ovvero 9.338 su 199.939). Anche il nostro ciclo di videointerviste sui territorii sta confermando il dato.

E in tutto questo l’Umbria è comunque in un dignitoso settimo posto nazionale, poco sotto il Lazio (4,8) e il Veneto primatista (5,6) ma molto sopra l’ultima della lista, ovvero la Sicilia (2,2). La media nazionale è del 4,1 percento e 496.000 abitazioni su oltre 12,1 milioni.

Ciascuno degli interventi complessivi effettuati in Umbria è costato allo Stato 245.529 euro, poco meno della media nazionale (247.819 euro) con 2.293.000 di euro di oneri a carico dello Stato: qui l’Umbria è a centro classifica ovvero dodicesima, piuttosto lontana sia dal primo posto della Valle d’Aosta (401.000 euro) che dall’ultimo della Toscana (182.000).

I valori rilevati dalla Cgia comprendono tutti gli immobili ovvero condomini, per i quali l’importo medio è più elevato (in Italia 592.000 euro), edifici unifamiliari (in Italia 117.000 euro) e unità immobiliari funzionalmente indipendenti (in Italia 98.000 euro).

La Cgia: tanti soldi spesi male

La Cgia di Mestre sottolinea che “Se invece di ricorrere al Superbonus per incentivare quasi esclusivamente gli interventi di edilizia privata ci fossimo avvalsi di questa misura per demolire e ricostruire solo gli edifici residenziali pubblici, si avrebbero avuti comunque gli effetti economici positivi che esso ha generato. Vale a dire più gettito. Con 123 miliardi di euro avremmo teoricamente potuto costruire 1,2 milioni di alloggi pubblici, 400.000 in più di quanti sono presenti nel Paese. Con una differenza sostanziale: nel secondo caso avremmo compiuto un’azione di giustizia sociale che la misura attualmente in vigore ha paurosamente disatteso”.

Filca Cisl: ora operazione più mirata per aiutare le fasce ai margini

Proprio di recente, il segretario nazionale Filca Enzo Pelle ha ribadito la sostanziale inefficacia del provvedimento, almeno per quanto concerne le modalità con cui era stato pensato, augurandosi che le ulteriori agevolazioni previste dalla Legge di Bilancio vadano a sanare con interventi mirati, le situazioni dove il Superbonus non è riuscito ad intervenire: “Da parte nostra – spiega il leader Filca – abbiamo più volte sottolineato come il Superbonus non abbia inciso proprio su quelle fasce di popolazione che più ne avevano bisogno. Secondo la nostra proposta la legge di bilancio dovrebbe dare strutturalità agli incentivi di riqualificazione, ad esempio con una detrazione del 40 percento per tutti i cittadini, e con una operazione più mirata e incisiva, che porti benefici alle aree periferiche e alle situazioni più marginali. Non ci stanchiamo di precisare che i bonus dati ai privati, nelle giuste percentuali, sono un investimento per lo Stato e la collettività”.

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