Stipendi e produttività: Umbria in affanno, tallonata dalle regioni del Sud
Umbria in difficoltà sul fronte degli stipendi. Lo dice il centro studi della Cgia di Mestre sidati Inps, secondo la quale la retribuzione media annua degli umbri è di poco superiore ai 20.200 euro. Nettamente inferiore alla media nazionale che sfiora i 23000 euro. Una situazione che naturalmente non deve stupire, considerando che gli indicatori economici della regione sono negativi da tempo e stanno ormai portando la regione sempre più a grandi passi verso il Meridione d’Italia.
Il dato, riferito al 2022, fotografa la grande disparità tra gli stipendi delle regioni del Nord – in cui primeggiano i numeri della Lombardia – e quelle del Sud che invece chiudono la graduatoria con la Calabria in coda.
L’Umbria si colloca in dodicesima posizione su 20 con una retribuzione media di 81 euro giornalieri su 248 giornate retribuite (per dare un’idea, la Lombardia ha una media di 110 euro e 257 giorni e la Calabria di 69 su 217). Sul fronte provinciale Terni è davanti a Perugia per soli 8 euro (rispettivamente in posizione 52 e 53): nella città della Conca 20.228 euro l’anno con 81,42 euro al giorno, nel capoluogo di regione 20.220 a fronte di giornalieri 81.39. Anche qui siamo lontanissimi dalla vetta che è di Milano (31.472 annui, 126 euro al giorno), ma abbastanza lontani anche dal fondo (Vibo Valentia in posizione 103 con appena 12.923 euro e 67,74 euro al giorno).
La classifica della produttività, ovvero il valore aggiunto in euro per ogni ora lavorata vede l’Umbria quattordicesima su 20 regioni. Il dato al 2021 dice che in 10 anni la produttività è cresciuta passando a 33,5 euro contro i 30,8 del 2011 dunque con una variazione in euro di +2,8 percento e in percentuale del 9 percento. La media nazionale è di 38,6 (+5 percento in termini assoluti e +14.7 in quelli percentuali)
Il dato però più evidente qui è che l‘Umbria è davanti soltanto a regioni del Sud: seguono infatti in classifica nell’ordine Sicilia, Campania, Molise, Sardegna, Calabria e Puglia. Non solo: con l’eccezione del Molise, tutte queste regioni sono cresciute più dell’Umbria, qualcuna quasi il doppio e regioni che sono davanti all’Umbria come Abruzzo e Marche sono cresciute di 5 o 6 punti. L’Umbria quindi continua ad avere un problema di produttività che nessun governo regionale, di qualunque colore, ha mai affrontato davvero. Un problema che riguarda sia la poca tecnologia immessa nei cicli produttivi, sia il fatto che le aziende del territorio per l’85 percento sono piccole e piccolissime, sia anche al fatto che l’organizzazione del lavoro non eccelle. Il combinato disposto di queste tre situazioni porta a quei risultati