Skill mismatch: Umbria, edilizia e legno ai vertici. Petrini: “Nuovi percorsi per rilanciare attrattività”

In Umbria c’è spazio per 17920 assunzioni di operai specializzati fino al prossimo ottobre eppure il 55 percento di queste figure non si troveranno. Lo dice una indagine della Cgia di Mestre su dati Unioncamere, che mettono la regione al terzo posto in Italia per skill mismatch dietro solo a Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia. La media nazionale, per dare un’idea è di 47.8 percento.
Nel dettaglio delle province, Perugia è al nono posto in Italia per skill mismatch con una percentuale del 55,1 e 14.140 figure richieste, mentre Terni è quindicesima con 54,5 percento e 3.790 profili. Pordenone il comune più in difficoltà seguito da Bolzano e Trento; Palermo quello dove ne mancano meno.
Non un caso, sicuramente, che ai primi posti ci siano le regioni più avanzate del Nord Est e quelle dove il declino avanza, come appunto l’Umbria. In quest’ambito, come spiega la Cgia di Mestre, l’edilizia ed il legno – comparti chiave della Filca– sono purtroppo fra i settori in maggiore difficoltà. In edilizia, mancano nel dettaglio carpentieri, ponteggiatori, cartongessisti, stuccatori, pavimentatori, piastrellisti, palchettisti e gruisti escavatoristi. Sul fronte del legno sono quasi introvabili i verniciatori, gli ebanisti, i restauratori di mobili antichi e i filettatori attrezzisti.
In generale, per molte aziende soprattutto di piccole e piccolissime dimensioni, individuare figure quali carpentieri, fresatori, saldatori od operatori di macchine a controllo numerico computerizzato rappresenta una sfida estremamente complessa.
Fra le cause dello skill mismatch, la Cgia individua alcuni aspetti. Sicuramente ha il suo peso la perdita di attrattività del comparto ma contribuiscono, oltre all’inverno demografico, anche l’assenza di competenze tecniche – solo parzialmente colmata dagli ITC in questo periodo – a testimonianza di un persistente divario fra l’offerta formativa e le richieste del sistema produttivo. Ma il Covid ha anche creato, soprattutto nei giovani, il desiderio di occupazioni che offrano maggiori livelli di flessibilità, autonomia e tempo libero, con conseguente riluttanza ad accettare lavori con orari prolungati, impegni nel weekend e molto gravosi fisicamente.
Petrini: insieme alla bilateralità per ridare slancio al settore
Il tema dello skill mismatch e della necessità di far incrociare gli interessi dei giovani con il loro inserimento nel mondo del lavoro è stato al centro di un recente intervento sia della Cisl che della Filca regionali ma il fatto che l’edilizia ed il legno siano fra i comparti con lo skill mismatch più alto merita una riflessione ulteriore: “C’è bisogno di lavorare – dice il segretario generale Filca Umbria Emanuele Petrini – perché gli Under 35 tornino a vedere l’edilizia come una possibilità per la loro vita: è molto difficile fare breccia in questa fetta di popolazione. Per cui diventa importante costruire un ambiente favorevole ai giovani. Per fare questo bisogna agire in sinergia con gli enti bilaterali, come stiamo già facendo, per costruire nuovi percorsi per rilanciare l’edilizia nella popolazione più giovane. Oltre a questo, stiamo notando che sempre più italiani considerano il lavoro edile per coloro che non hanno altre opportunità ed invece è uno dei maggiori volano dell’economia e dove vengono richieste specializzazioni e professionalità. Fondamentale quindi portare nei cantieri personale già formato. Le tante iniziative che stiamo facendo, a partire da quella recente al carcere, servono proprio a questo. Parallelamente, dato che una grande percentuale di lavoratori nei cantieri è attualmente straniera, come Filca stiamo investendo sulla sicurezza, che parte ovviamente dalla conoscenza dell’italiano, ma anche dalla possibilità di conoscere le norme nelle loro lingue di origine”.