Petrini: “Cementeria di Spoleto, nessuna garanzia sul futuro e politica assente”
La Filca Cisl Umbria torna a riaccedere i fari sulla questione della Cementeria Colacem di Spoleto, un sito chiuso ormai da tempo e il cui destino sembra ormai non interessare più a nessuno, visto che non è più oggetto né di discussione, né di dibattito.
“Vorrei evidenziare – dice Emanuele Petrini, segretario generale aggiunto degli edili della Cisl – alcuni aspetti che dovrebbero far capire a tutta la cittadinanza di Spoleto e non solo come l’amministrazione ha portato avanti la vertenza, conclusasi con la chiusura dello stabilimento, ma nello stesso tempo ha rinnovato la concessione della cava di escavazione, cuore centrale del processo. Nel 2022 lo stabilimento è stato chiuso, con il licenziamento di quasi tutti i lavoratori, con l’eccezione di quelli che hanno accettato il trasferimento nell’altro sito. Ma quello che deve far maggiormente riflettere è che le lavorazioni della cava, con l’estrazione del materiale da sempre destinato al mantenimento del sito, sono proseguite regolarmente. Nonostante uno stabilimento chiuso, ad oggi in completo abbandono e senza che sia previsto un piano di bonifica. Lo stabilimento è stato rapidamente dimenticato da tutti: dall’azienda proprietaria – che ha le sue responsabilità- sia dall’amministrazione comunale che dovrebbe essere invece vigile ed attenta sugli impegni che vanno rispettati. A garanzia del Comune e nel rispetto del territorio”
“Ad oltre due anni dalla chiusura del sito e del rinnovo della concessione per l’escavazione (senza nulla in cambio da parte dell’azienda) – prosegue Petrini – non c’è nulla all’orizzonte: stiamo ancora aspettando il piano industriale che il sindaco e l’assessore hanno dichiarato sarebbe stato messo a terra in pochi mesi”.
Rinnovo senza garanzie
La Filca Cisl ricorda che alla scadenza della concessione della cava, c’era un progetto ben definito di investimento concreto da parte di un imprenditore che si era detto pronto a rilanciare il sito di Spoleto: “un piano – prosegue ancora il segretario aggiunto – che era stato presentato e discusso col sindaco di Spoleto, con l’assessore e la Regione, tutti ben felici di questa occasione che si presentava per rilanciare il sito e ricreare occupazione diretta ed indiretta per il territorio attraverso i servizi di logistica e trasporti ad esso collegati. Ma l’amministrazione ha invece preferito rinnovare la concessione a Colacem, ovvero a quella stessa azienda che aveva deciso di chiudere il sito senza provare a valutare soluzioni diverse che garantissero almeno l’occupazione che era rimasta.
Il Comune ha quindi preferito questa scelta senza tenere conto di eventuali prospettive per un rilancio dello stesso, di eventuali introiti economici, lasciando soltanto all’azienda la possibilità di utilizzo della cava. Sarebbe pertanto auspicabile – prosegue ancora Petrini – conoscere su tutto questo il pensiero del Comune, che su tutto questo ha grandi responsabilità. Sarebbe interessante sapere il futuro della cava, come verrà gestita e quale destino attende lo stabilimento, che certo non può essere mantenuto così in abbandono, con evidenti ricadute anche sulla sicurezza e sull’immagine del territorio”.
Dov’è il piano industriale?
La Filca Cisl Umbria aspetta da tempo il piano industriale promesso, ed è pronta ad un qualsiasi confronto, anche attraverso l’attivazione di un tavolo regionale come peraltro richiesto in più occasioni per fare chiarezza su una questione che secondo noi merita attenzione. “Colpisce soprattutto – dice ancora Petrini il fatto di come la politica sia assente e cieca e che non si preoccupa del benessere del territorio ma solo di mantenere le posizioni dei singoli. Credo – conclude Petrini –che sia arrivato il momento del coraggio e delle scelte fatte per tutelare un bene collettivo, se si vuole provare ad invertire il trend e ricominciare a ricreare occupazione sana e ricchezza per il territorio. Magari dando possibilità anche ad altri Imprenditori di poter investire nella nostra Regione, vedendoli come collaboratori alla crescita economica, piuttosto che come nemici o concorrenti”.