Morti sul lavoro, Umbria sempre in zona rossa. E nel perugino sono già 9 in appena 7 mesi

Morti sul lavoro, Umbria sempre in zona rossa. E nel perugino sono già 9 in appena 7 mesi

Ancora una volta l’Umbria sotto i riflettori negativamente per il numero di morti sul lavoro. L’aggiornamento dei dati Inail a luglio 2024 elaborati da Vega Engineering segnala la regione ancora in zona rossa con un indice del 27,7 morti per milione di lavoratori a fronte di un dato nazionale che si attesta a 18,7. Un dato che la mette al quarto posto dietro Valle d’Aosta (indice di 52,8), Trentino Alto Adige (31,5) e Molise (28,2).

Sono 10 i decessi sul lavoro in Umbria lavoro a fronte di 361 mila occupati, di cui 9 sono morti in provincia di Perugia e uno in quella di Terni. Un dato che mette Perugia fra le 20 regioni peggiori d’Italia e rovescia quello dell’ultima elaborazione che arrivava a fine 2023 nel quale Terni era addirittura prima provincia d’Italia per numero di decessi con 8 morti e un indice 96,4. L’Umbria a fine 2023 faceva segnare 21 lavoratori – dunque in soli 7 mesi la regione ha già raggiunto la metà dei decessi dell’anno scorso.

Peggio dell’Umbria nei primi 7 mesi del 2024 fanno solo Valle d’Aosta (indice di 52,8), Trentino Alto Adige (31,5) e Molise (28,2), mentre le regioni meno rischiose sono Liguria (12,6), Veneto (10,3) e Marche (9,4).

Prendendo a riferimento il numero di morti, anziché l’incidenza sugli occupati invece, la classifica è diversa: nei primi sette mesi dell’anno in Lombardia si sono contati 74 morti sul lavoro; in Emilia Romagna 49; e nel Lazio 48. In queste regioni, però, il tasso è più basso di quello rilevato in Umbria: in Lombardia è 16,4; in Emilia 24,2; e nel Lazio 20,2.

I dati nazionali

A livello nazionale, nei primi sette mesi dell’anno in Italia ci sono stati 577 incidenti mortali sul lavoro con un aumento del 3,2. Le denunce complessive di infortunio – in generale – nei primi sette mesi del 2024 sono state 350.823 (+1,7 percento rispetto a luglio 2023 e -20,5 rispetto allo stesso periodo del 2022), con aumento più rilevante per gli incidenti avvenuti in itinere. L’incidenza sul totale degli occupati Istat (dati provvisori) è in calo rispetto al 2019 sia per gli infortuni (-10,6 percento) sia per i decessi (-7,3), mentre rispetto al 2023 è -0,4 per i primi e +0,8 per i secondi. In aumento del 22,6 percento le patologie di origine professionale denunciate, pari a 54.471.

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