In Umbria crescono gli infortuni sul lavoro: “La Regione ascolti le proposte dei sindacati”
Le denunce di infortuni sul lavoro aumentano e il problema rischia di diventare un vero allarme sociale. A denunciarlo i sindacati confederali che a Foligno hanno rilanciato la piattaforma su salute e sicurezza riunendo in assemblea Rls e Rlst, ovvero le lavoratrici e i lavoratori che nei luoghi di lavoro e sul territorio svolgono il ruolo di rappresentanti a tutela della sicurezza delle loro colleghe e dei loro colleghi.
Il dato dell’Inail è impietoso: anche se scendono i decessi (11 nei primi 7 mesi del 2024 contro i 17 del 2023), sale il numero di infortuni denunciati (6282 nel 2024, ovvero 281 in più rispetto all’identico periodo del 2023): “Dunque non possiamo abbassare la guardia”, dicono i sindacati.
Presenti per la Cisl il segretario regionale Riccardo Marcelli, che ha aperto i lavori e quello regionale Angelo Manzotti. Sono intervenuti all’attivo anche Rsl e Rlst di tutti i settori. L’occasione è stata ovviamente buona per ripercorrere l’importante percorso unitario avviato in Umbria su questo tema.
Riportare la questione al centro del dibattito politico
“Quello di oggi è un appuntamento importante che vogliamo utilizzare per richiamare ancora una volta l’attenzione di tutta la nostra comunità su questo tema, a dieci mesi dalla presentazione della nostra piattaforma unitaria alle Istituzioni, sulla quale sia la Giunta Regionale che le associazioni datoriali non ci hanno degnato di una risposta – hanno rimarcato i sindacati nei loro interventi – Lo facciamo oggi alla vigilia della campagna elettorale per la Regione, con l’obiettivo di inserire questa piattaforma nella discussione programmatica delle forze politiche”.
Dati impietosi in tutti i settori
I dati sugli infortuni sul lavoro in Umbria indicano che il settore più colpito è quello dell’industria e servizi con 4623 denunce di infortunio nei primi 7 mesi del 2024 (entrando ancora più nel dettaglio 1252 nell’industria, 652 nell’artigianato, 1112 nel terziario. In agricoltura siamo passati da 435 a 453. Gli infortuni crescono a Perugia da 694 a 813 come a Terni, da 120 a 130 anche se in provincia di Terni le denunce sono scese nei sette mesi di riferimento, da 1250 a 1215, salendo di conseguenza di più in quella di Perugia da 4761 a 5215.
Ad infortunarsi di più sono le classi di età che vanno da 45 a 59 anni.
Crescono le indagini, ma non basta
“L’impegno messo in campo negli ultimi anni, attraverso le modifiche normative e l’aumento delle risorse umane ed economiche negli organi di controllo, è certamente un segnale importante che sta già facendo registrare una crescita rilevante nel numero delle indagini e verifiche svolte nei luoghi di lavoro – hanno osservato Cgil, Cisl e Uil – ma questo non è assolutamente sufficiente per affrontare i problemi, in particolare in settori a rischio come in agricoltura e l’edilizia, dove anche l’irregolarità del lavoro è più diffusa”.
Da qui la richiesta alla Regione affinchè si faccia promotrice di “una continua collaborazione tra Inail, Inps, Ispettorato Nazionale del Lavoro, Carabinieri e Usl, per garantire un lavoro “degno e dignitoso, dunque con più salute e sicurezza, un’attenzione all’appalto e al subappalto che abbassa la qualità del lavoro. E un lavoro “con la giusta retribuzione e assunzioni effettive per tutti i lavoratori, garantendo l’emersione a chi è costretto a lavorare in nero”.
Formazione e innovazione
Al centro ovviamente, resta la necessità di formazione dei lavoratori – compresi quelli stranieri che molto spesso non parlano bene l’italiano – ma anche dei datori di lavoro. Ma Cisl, Cgil e Uil chiedono anche che nelle aziende vi siano investimenti sull’utilizzo di nuovi materiali (materie prime che in lavorazione non compromettano la salute), di nuove tecnologie, che possono non soltanto ridurre la gravosità e la pesantezza del lavoro, ma anche garantire sempre di più chi lavora echi si appresta ad entrare nel mondo del lavoro. “Fondamentale – spiegano – dare vita ad un progetto di diffusione della cultura della sicurezza, unita alla affermazione dei diritti dei lavoratori nelle scuole medie superiori”.
Questioni che secondo le organizzazioni dei lavoratori, la Giunta non ha voluto mai affrontare: “La Regione – dicono i sindacati non ha preso minimamente in considerazione le nostre proposte, fatta eccezione per un intervento sui colpi di calore nei settori dell’edilizia e dell’agricoltura, che è servito comunque a scongiurare eventi gravi rispetto ai fenomeni climatici – hanno sottolineato ancora i sindacati nei loro interventi – È stata un’ordinanza tardiva, rispetto a quando il sindacato l’aveva richiesta, ma estremamente utile e per questo va riproposta ed estesa.Questo era uno tra i punti che proponevamo nella piattaforma e che a nostro avviso dovrebbe essere anche estesa. Per tutti gli altrivogliamo ripartire da questa giornata per migliorare le condizioni di vita e di salute, la sicurezza e l’ambiente di lavoro in Umbria. Dobbiamo farlo tutti insieme – hanno concluso – pretendendo risposte dalle Istituzioni e dalle imprese che non possono più rimanere in silenzio”.