Il sindacato e la sfida della pace al corso di formazione della Filca Cisl
“La gestione del cantiere e la sicurezza sul lavoro. Introduzione al settore materiali da costruzione” è il titolo del quinto modulo di formazione del Corso Lungo nazionale per operatori e dirigenti sindacali della Filca Cisl che si è svolto lo scorso 4 Luglio al Centro Congressi Casa Leonori dell’istituto Serafico di Assisi.
La giornata ha avuto un focus speciale. Nella città della pace, infatti, l’occasione è stata propizia per discutere dell’argomento e nello specifico per capire quale contributo può dare il movimento sindacale. La sessione seminariale e formativa del pomeriggio di giovedì 4 su questo argomento si fondava, mentre la mattina si sono svolte sessioni più tecniche dedicate alla contrattazione d’anticipo e i protocolli sulle grandi opere ed inoltre alla sicurezza sul lavoro, ai fondi previdenziali e al settore dei materiali da costruzione oltre ad una serie di altri approfondimenti.
“Se vuoi la pace prepara la pace”
Il titolo della sessione pomeridiana era “Se vuoi la pace prepara la pace: il contributo del movimento sindacale”
In apertura Moscati ha illustrato quanto Aldo Capitini abbia contribuito all’affermazione del pacifismo internazionale, della lotta non violenta e alla creazione del movimento per la pace. “Figura di grande umbro e di antifascista non violento che ebbe il coraggio di rifiutare la tessera del partito nazionale fascista e per questo fu anche perseguitato e carcerato. L’insegnamento di Capitini è ormai un punto di riferimento che va al di là dei confini nazionali e che trova seguaci in tutto il mondo”, ha ricordato il giornalista e storico.
Sottile ha invece declinato il concetto di pace nell’ambito dell’azione quotidiana che il sindacato svolge, ovvero quello di tenere bassa la tensione e risolvere i conflitti che nascono con la proprio antagonista sociale, associazioni datoriali e aziende. Bicchieraro ha poi ricordato la figura di San Francesco e quanto si sia prodigato per estendere la pace nel mondo allora conosciuto. “Francesco – ha spiegato il segretario umbro – si reca dal sultano in occasione della quinta crociata e prova a convincerlo che non è la guerra la soluzione dei conflitti. Non ci riuscirà, ma lo stesso sultano non combatterà per difendere Gerusalemme nella successiva crociata bensì si accorderà senza spargimenti di sangue con l’allora re di Gerusalemme un certo Federico II di Svevia.Il seme della pace era stato portato da Francesco e aveva dato i suoi frutti anche se a 10 anni di distanza”.
La pace sul campo: esperienze sindacali
Bicchieraro ha voluto anche raccontare due episodi che l’esperienza sindacale sul campo ti porta a vivere inconsapevolmente, ovvero l’incontro con due reduci di guerre combattute, una in Eritrea per l’indipendenza dall’Etiopia e l’altra combattuta per l’indipendenza del Sud Sudan. “La tragicità nell’incontro con questi ex soldati ora muratori – ha spiegato – era rappresentata dal fatto che questi ragazzi avevano combattuto, ucciso e rischiato di morire quando ancora erano bambini. La tragedia della guerra indossa una veste ancora più tragica sé si può, con l’esperienza dei bambini soldato”.
Il segretario regionale ha proseguito affermando che “il sindacato è portatore di pace perché attraversa il conflitto senza usare la violenza, attraversa il conflitto in pace per la pace. La proposta di legge sulla partecipazione e la democrazia economica della confederazione, va in questa direzione: il confronto prima di ogni cosa perché, citando la tesi cartesiana, dall’espressione e dal confronto delle idee nasce sempre un principio di verità”.