Filca Umbria e la sfida della partecipazione: “Lavoratori al centro per un’edilizia moderna”- VIDEO e GALLERY
”Esserci per partecipare-La partecipazione per il futuro delle persone nell’epoca delle partecipazioni”. Venerdì 14 Novembre alla sala dei sindaci del comune di Nocera Umbra Filca Cisl Umbria e Cisl regionale hanno provato a scrivere il futuro dell’edilizia umbra.
Un incontro partecipato, intenso e ricco di contenuti ed approfondimenti che è servita soprattutto per fare il punto e disegnare le nuove prospettive del comparto edile alla luce dell’entrata in vigore della Legge sulla Partecipazione dei lavoratori all’organizzazione del lavoro nelle aziende, un provvedimento fortemente voluto dalla Filca e dalla Cisl partito con una raccolta firme e oggi divenuto per decisione del Governo una delle chiavi del futuro del comparto edile e non solo in un particolare momento storico segnato da profonde trasformazioni nel mondo del lavoro.
Istituzioni, mondo del lavoro, esponenti del sindacato e del mondo della cultura si sono confrontati sul tema del lavoro che cambia, nella necessità sempre più stringente di mettere l’uomo al centro. Questo, nella consapevolezza, in un presente e futuro che si articola su più livelli di transizione. Numerosi gli interventi, preceduti dal saluto istituzionale di Stefania Proietti, presidente della Regione.
Pelle: “Bilateralità strumento per costruire rappresentanza qualitativa dei lavoratori”
Per la Filca Nazionale è intervenuto Enzo Pelle: “Noi in Filca – ha sottolineato – abbiamo un grande esempio di partecipazione, ed è il sistema bilaterale, che è la modalità caratterizzante l’azione sindacale della nostra Federazione. La bilateralità è un modello che concepisce relazioni sindacali partecipate che non mirano alla sconfitta delle controparti, ma all’individuazione di interessi comuni e alle modalità per gestirli insieme, applicando il Contratto e valorizzando la rappresentanza. La bilateralità è lo strumento per costruire una rappresentanza qualitativa dei lavoratori in settori a prevalenza di piccole imprese. Non sostituisce le relazioni industriali, ma le rafforza e le stabilizza: è una forma di partecipazione che i lavoratori possono governare e che serve al sistema produttivo per garantire corretta applicazione del Contratto.
La partecipazione dà concretezza alla democrazia economica: il lavoratore deve essere protagonista nella gestione e nei suoi risultati. Il sindacato deve promuovere un ampio dibattito su questo tema, valorizzando il lavoro e modernizzando le relazioni sindacali e la bilateralità. La partecipazione è una grande sfida al capitale attraverso il lavoro, perché porta formazione, ricerca e innovazione all’azienda, e inoltre implica una visione di medio-lungo periodo e non si limita alle emergenze del momento. Le imprese devono comprendere che la partecipazione è un investimento sul futuro, definisce un nuovo equilibrio tra capitale e lavoro e contribuisce a una crescita qualitativa costante, coinvolgendo società e territorio”.
Pelle ha inoltre sottolineato la necessità di calare la partecipazione nei territori, “perchè soltanto così si riesce a garantire pienamente la partecipazione dei lavoratori”.
Petrini: “Lavoratore soggetto ideale per crescita delle aziende
Emanuele Petrini, segretario generale della Filca Cisl Umbria ha posto l’accento sulla necessità di mettere il lavoratore al centro perché solo così l’azienda può crescere e migliorare davvero: “La partecipazione – ha sottolineato – è un modello che non guarda solo al bene comune, ma a quello collettivo. Partecipazione vuol dire cogliere le sfide insieme, cercare di trovare un punto in comune sempre nel rispetto dei ruoli. Chi meglio dei lavoratori può supportare l’azienda per il miglioramento delle prestazioni nelle varie fasi, chi meglio di coloro che tutti i giorni contribuiscono alla crescita delle aziende? Una partecipazione attiva inoltre serve anche a fidelizzare i lavoratori. In questa ottica anche il nostro comparto delle costruzioni, si è impegnato nella raccolta firme della Cisl per quella proposta che poi ha dato vita alla legge sulla Partecipazione. Una legge che sicuramente dovrà trovare la sua giusta declinazione anche in Umbria, nelle sue aziende. Piccole e grandi che siano”.

Gli altri interventi
All’incontro, moderato da Vanni Petrelli, dell’Ufficio stampa Filca Cisl Nazionale, hanno preso parte il professor Roberto Segatori (sociologo dell’Università di Perugia), Emmanuele Massagli (presidente della Fondazione Tarantelli); Virginio Caparvi (onorevole e sindaco di Nocera Umbra); Leone Bosi (direttore della Millerknoll Spa Foligno); Valerio Veralli (direttore di Omya Italia); Simone Cascioli (direttore di Confindustria Umbria); Laura Moro (associazione Communitas) ed Enzo Pelle (Filca Cisl nazionale): “La partecipazione nasce dall’applicazione di un principio costituzionale di 77 anni fa – ha sottolineato Massagli – e oggi nell’epoca della quinta rivoluzione industriale è fondamentale perché i lavoratori, se non sono protagonisti della transizione finiscono per subirla. La Filca fa partecipazione da ben prima della legge, tramite la contrattazione: ora con questa legge, diventa comprensibile a tutti, anche a quei settori a minore pezzatura di impresa o maggiore turnover come l’edilizia”
Laura Moro, dell’associazione Communitas che si occupa di welfare per la Filca Nazionale ha spiegato: “Il Welfare deve essere partecipato dai lavoratori, perché è al loro servizio. Purtroppo oggi sono ancora tantissimi i lavoratori che sono al di fuori del welfare aziendale. Oggi la sfida più importante per noi è l’opera di ritessitura con i territori ed i vari soggetti, senza pregiudizi. Perché mettere insieme tutti questi partner genera e moltiplica ricchezza”.
Il rapporto fra persona e lavoro – attraverso la dottrina sociale della Chiesa ed il codice di Camaldoli – è stato anche al centro dell’intervento di saluto di Monsignor Luigi Filippucci, direttore diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Foligno.
A concludere l’incontro, Giuliano Bicchieraro, segretario regionale della Cisl Umbria: “La partecipazione, come delineata dalla CISL nella proposta di legge popolare divenuta la Legge 76/2025 – ha spiegato- rappresenta una svolta nel modo di intendere le relazioni industriali e sociali. Non è solo uno strumento di democrazia economica, ma anche la chiave per intercettare e coinvolgere quei lavoratori che ancora non sono sindacalizzati, estendendo diritti e tutele attraverso la forma più evoluta e diffusa che abbiamo in Italia di partecipazione, la bilateralità. La partecipazione consente di redistribuire meglio il reddito, andando oltre la sola contrattazione, grazie a un maggiore potere contrattuale collettivo e a un coinvolgimento diretto dei lavoratori nella gestione d’impresa. Ciò permette di restituire ai lavoratori una parte della ricchezza che contribuiscono a generare, accrescendo insieme produttività, salari, sicurezza e benessere. È un nuovo modello di relazione tra capitale e lavoro, fondato su un patto sociale moderno, capace di unire crescita economica, giustizia sociale e corresponsabilità”.




























