Filca e Fim Cisl Umbria: “Costruire insieme la sicurezza: facciamo rispettare le norme”
Innovazione, formazione, prevenzione, cultura della sicurezza, percezione del rischio. E poi un’azione comune di tutte le parti sociali, all’insegna della collaborazione e della concertazione. Sono gli strumenti per garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro, così come è emerso nel corso dell’evento “La sicurezza si costruisce insieme!”, organizzato dalla Filca Cisl Umbria e dalla Fim Cisl Umbria (categoria che rappresenta i lavoratori metalmeccanici).
Al teatro Torti di Bevagna la tavola rotonda moderata dall’addetto stampa della Filca nazionale, Vanni Petrelli ha visto la partecipazione dei segretari nazionali Claudio Sottile (Filca) e Valerio D’Alò (Fim) e di Gennaro Cancellaro (Inail regionale), Andrea Benedetti (direttore dell’ispettorato del lavoro di Perugia), Cinzia Frascheri (dipartimento salute e sicurezza Cisl nazionale), Gabriella Madeo (coordinamento prevenzione e controllo sicurezza Regione Umbria), Simone Cascioli (direttore di Confindustria Umbria). A portare i saluti i segretari generali Giuliano Bicchieraro (Filca Umbria) e Simone Liti (Fim Umbria) e del segretario regionale della Cisl Umbria Gianluca Giorgi.
Ad aprire l’evento, il monologo Cantiere rerum vulgarum fragmenta” a cura di Stefano De Majo, incentrato proprio sui temi di salute e sicurezza visti da un operaio di un cantiere. Breve, ma intenso, lo spettacolo dell’attore ternano è servito quasi da introduzione alla tavola rotonda, avendo riassunto in poco tempo tutti i nodi scoperti del mondo del lavoro e in particolare dei due settori protagonisti dell’evento bevanate.
La percezione della sicurezza
Liti e Bicchieraro, nei loro interventi, hanno parlato dell’importanza del coinvolgimento dei lavoratori nella messa in atto delle buone pratiche di sicurezza, una sfida che – come da titolo – si vince solo facendo rete. Il segretario Filca ha particolarmente centrato il focus sulla necessità di tenere alta l’asticella della percezione del rischio: “Bisogna creare una cultura della sicurezza, perché vanno bene le nozioni teoriche, ma è sul campo che si fa la vera sicurezza” Conservare, estendere e propagare la vita, sottolinea Bicchieraro, devono essere i principi guida. Che nell’edilizia si traducono in formazione, ma anche nella digitalizzazione dei sistemi di produzione, integrata con quella dei sistemi di sicurezza, nella bilateralità e negli altri sistemi di partecipazione per rendere i lavoratori protagonisti”.
Il segretario regionale Cisl Gianluca Giorgi invece ha insistito sulla necessità di lasciare fuori dagli appalti le aziende che non rispettano le regole: “L’Umbria ha il record negativo di morti ed incidenti: c’è stato un lieve miglioramento della situazione, ma le cose non cambiano. Non bisogna fare sicurezza solo quando ci sono i fondi destinati. C’è una mancanza di cultura, gli imprenditori devono investire in sicurezza, devono capire che un’azienda più sicura è più produttiva e i lavoratori devono rifiutarsi di lavorare dove non c’è sicurezza”
I dati degli infortuni sul lavoro
I dati dell’Inail su questo fronti sono impietosi: nei primi tre mesi del 2024 per l’Umbria: sono scese le morti (da 9 a 5) ma sono sensibilmente cresciuti gli infortuni sul lavoro rispetto ai primi tre mesi del 2023. Aumento complessivo delle denunce di malattie professionali: del 26 percento nel Perugino (da 888 a 1047) e del 50 percento nel Ternano (da 329 a 496), con un calo complessivo degli infortuni minore che nel resto d’Italia (2.9 contro 12 percento). E il 65 percento delle 2000 aziende visitate dall’ispettorato è risultato irregolare. Un dato in linea con quello nazionale, ma sempre allarmante”
Gli interventi
“La sicurezza nelle aziende dei nostri settori e nei cantieri – ha dichiarato Claudio Sottile, segretario nazionale della Filca Cisl, assieme al segretario generale Filca Cisl Umbria Giuliano Bicchieraro – rappresenta da sempre uno dei pilastri della nostra azione sindacale. Nei mesi scorsi abbiamo lanciato una serie di proposte concrete per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, e i cantieri restano uno dei luoghi più a rischio, con una media di una vittima ogni due giorni. Riteniamo fondamentale la sinergia tra sindacato, istituzioni, lavoratori e aziende, che punti a mettere al sicuro chi ogni giorno si reca sul proprio posto di lavoro. Solo con la concertazione è possibile mettere in atto tutti gli strumenti per combattere questa vera piaga sociale, assicurando un lavoro di qualità nelle aziende e nei cantieri”.
Aggiunge il segretario nazionale Fim Valerio D’Alò, assieme al segretario generale Fim Cisl Umbria Simone Liti: “Resta fondamentale un’azione di formazione dei lavoratori e sensibilizzazione sui temi della sicurezza in ogni luogo di lavoro. La fabbrica rappresenta in certi aspetti – e soprattutto in alcune realtà impattanti – un luogo in cui la conoscenza di dove si è e di cosa e di come bisogna fare il proprio lavoro è fondamentale per la tutela della salute e sicurezza, di sè e degli altri.
Resta altrettanto importante per noi formare i nostri Rls ed Rsu nei luoghi di lavoro affinchè siano le sentinelle vigili affinché si operi in condizioni di massima sicurezza e tutela della salute”.
Lotta al massimo ribasso
Sui subappalti, la linea è chiara. Sia Sottile che D’Alò ribadiscono la necessità di spezzare la catena del massimo ribasso, puntando però anche ad accorciare la quantità dei subappalti, “perché più è lunga la catena e più ci sono problemi”. Temi che Sottile, che in Filca si occupa di politiche europee, ha portato a Bruxelles e che saranno oggetto di una manifestazione delle sigle europee il prossimo 17 Settembre. Sarà interessante su questo fronte capire chi sarà il nuovo commissario europeo che si occuperà di industria, impresa e sviluppo economico.
Sul tema subappalto, tuttavia, la posizione di Confindustria è diversa: “Il problema non è il subappalto in sé, perché è un modo per far lavorare quasi sempre piccole e medie imprese. La questione è come lo si attua: : non bisogna darlo dove il costo del lavoro è pagato sotto il minimo tabellare”. E aggiunge: “Servono certezza del diritto e tempi brevi per punire chi sbaglia, altrimenti avremo ancora casi come Firenze, Brandizzo o il bracciante di Latina. E servono dati più specifici sui casi che si verificano, per poter agire in maniera mirata: inutile mandare ispezioni ad aziende che sono virtuose da anni”. E ancora: “Nel 2024 non abbiamo ancora il libretto formativo nazionale dei lavoratori: come è possibile?”
Ancora D’Alo: “La staffetta generazionale è fondamentale e la formazione deve accompagnarla. Non a caso gli incidenti avvengono soprattutto all’inizio della carriera lavorativa, quando si è meno consci dei rischi e alla fine, quando il fisico regge meno”. Un tema, questo, toccato anche dalla rappresentante della Regione, la quale ha ricordato come l’Umbria abbia ancora troppi lavoratori over 65. Bisogna fare squadra tutti insieme, altrimenti il risultato è molto inferiore: serve un piano di prevenzione che promuova le buone pratiche per i singoli rischi. Poi bisogna investire sulla promozione della salute nei luoghi di lavoro”
Cinzia Frascheri, del dipartimento salute e sicurezza della Cisl è andata più a fondo: “L’emergenza caldo di questo periodo è spesso sottovalutata, ma oltre ad essere fonte di malori, spesso è la causa di tumori che poi conducono alla morte dopo anni e per questo non vengono classificati poi come malattie professionali.”. E spinge sul gas: “Le buone pratiche, gli investimenti non sono mai inutili. Stiamo attenti a non minimizzare le norme, non sempre l’esperienza basta, le norme non sono noiose, sono una tutela. Serve un patto sociale che inizi dalla formazione, pretendere l’applicazione del protocollo sanitario, denunciare e segnalare all’ispettorato del lavoro. Diversamente si è conniventi al sistema”.
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