Cantieri ternani ancora nel mirino dell’ispettorato del lavoro. Dalla Filca Cisl Umbria 7 proposte per la legalità

I Carabinieri di Terni hanno diramato dati allarmanti relativamente alle condizioni del lavoro sul territorio della provincia di Terni. Il Nucleo Ispettorato del Lavoro ha effettuato 117 ispezioni, controllando 515 posizioni lavorative. Dalle verifiche sono emerse 56 occupazioni in nero, 41 lavoratori irregolari e 7 clandestini, con 12 denunce penali; sono stati adottati 35 provvedimenti di sospensione imprenditoriale delle attività controllate, sanzionando i trasgressori con contestazioni amministrative per un totale di oltre 84.000 Euro. A questi vanno poi aggiunte le 63 persone segnalate nell’ambito delle verifiche sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, con ammende elevate per circa 220.000 Euro. Secondo quanto emerge, l’edilizia è uno dei settori più colpiti dal fenomeno, insieme all’agricoltura e alle strutture ricettive.
Il dato si unisce al recente controllo effettuato proprio a Terni, dalla Prefettura, in un cantiere per la ristrutturazione di un edificio, con fondi Pnrr. L’ispezione preventiva era stata effettuata su segnalazione della Dia, la Direzione investigativa antimafia.
Giuliano Bicchieraro, segretario della Filca Cisl Umbria, sottolinea in merito: “Il tema affrontato è di grande rilevanza sociale ed economica, considerando l’impatto che l’illegalità e l’irregolarità lavorativa hanno su lavoratori, imprese e intera comunità. I dati riportati evidenziano la gravità del fenomeno e la necessità di un intervento mirato, strutturale e coordinato”.
A questo proposito, la Filca Cisl propone alcuni passi concreti per affrontare e arginare il problema:
1. Promozione della cultura della legalità
È fondamentale sensibilizzare i lavoratori e gli imprenditori sull’importanza del rispetto delle norme, evidenziando che la legalità non è solo un obbligo, ma anche un fattore di crescita per l’intero sistema economico. Servono campagne di informazione e formazione, coinvolgendo scuole, enti di formazione professionale e associazioni di categoria, possono fare la differenza.
2. Sindacalizzazione e rappresentanza
Rafforzare la presenza sindacale, soprattutto nei settori più colpiti come edilizia, agricoltura e turismo, permette di garantire maggiore tutela ai lavoratori. I sindacati possono diventare un punto di riferimento per denunciare situazioni di sfruttamento e promuovere condizioni lavorative dignitose.
3. Collaborazione tra parti sociali e istituzioni
È essenziale unire le forze tra sindacati, associazioni datoriali e istituzioni per sviluppare soluzioni condivise e promuovere il rispetto delle norme. Accordi come il protocollo di legalità e sicurezza nei cantieri edili pubblici rappresentano un esempio concreto di come il dialogo sociale possa tradursi in strumenti utili e applicabili.
4. Rafforzamento delle normative
Sebbene il Codice dei Contratti Pubblici (Dlgs 36/2023) abbia introdotto strumenti utili, resta ancora da normare in maniera più chiara e incisiva il settore degli appalti privati. Occorre un intervento legislativo che garantisca la piena tutela dei lavoratori, estendendo controlli e sanzioni anche a questo ambito.
5. DURC e congruità della manodopera
L’implementazione di strumenti come il DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva) e il controllo sulla congruità della manodopera sono passi fondamentali, ma devono essere accompagnati da verifiche regolari e da un’applicazione uniforme su tutto il territorio nazionale.
6. Maggiori controlli e sanzioni
Rafforzare i controlli, soprattutto nei settori più a rischio, e applicare sanzioni severe rappresenta un deterrente fondamentale. È necessario che le istituzioni preposte abbiano le risorse adeguate per agire in modo tempestivo ed efficace.
7. Coinvolgimento dei lavoratori
Educare i lavoratori sui propri diritti e fornire loro strumenti per segnalare in modo sicuro le situazioni di irregolarità può fare una grande differenza. Spesso, la paura di ritorsioni impedisce alle vittime di denunciare.
“Affrontare il problema del lavoro nero e dell’irregolarità richiede uno sforzo collettivo – conclude Bicchieraro- Ogni attore, dai lavoratori agli imprenditori, dai sindacati alle istituzioni, deve fare la propria parte per costruire un sistema in cui il rispetto delle regole sia il presupposto per uno sviluppo sostenibile e inclusivo. Il lavoro dignitoso e sicuro è un diritto universale che va tutelato in ogni settore e a ogni livello”.