A Cesi operaio cade da 4 metri: non basta legge rigorosa, serve impegno di tutti per la sicurezza
Di nuovo un infortunio sul lavoro a Terni. A Cesi un operaio di 63 anni, originario di Montecastrilli, è caduto da una impalcatura in un cantiere edile, precipitando al suolo da un’altezza di circa 4 metri. L’uomo, ferito, è in prognosi riservata all’ospedale di Terni ma non in pericolo di vita. La questione però resta aperta ed assume più forza nel giorno dell’entrata in vigore della patente a punti.
Il commento del segretario Bicchieraro
Così in una nota, il segretario regionale Filca Cisl Giuliano Bicchieraro: “Desideriamo esprimere profonda vicinanza alla famiglia del lavoratore coinvolto nel tragico infortunio avvenuto a Cesi. È un evento che ci scuote profondamente, e che purtroppo riporta alla ribalta per l’ennesima volta il tema della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, un tema che ormai trattiamo ogni settimana o quasi e che non possiamo permetterci di sottovalutare, mai.
Ogni volta che si verifica un infortunio sul lavoro, soprattutto di questa gravità , è doveroso fermarsi a riflettere sul perché accadano ancora simili incidenti, nonostante la presenza di normative specifiche. La sicurezza sul lavoro non deve essere vista come un costo o un vincolo burocratico, ma come un dovere morale e civile. Quando un lavoratore perde la vita o subisce gravi lesioni, tutti noi falliamo.
Le cadute dall’alto rappresentano una delle cause più frequenti di incidenti mortali nei cantieri edili. Le normative italiane ed europee impongono l’adozione di specifiche misure di protezione, come i dispositivi di ancoraggio, le imbracature di sicurezza e l’uso di ponteggi adeguati. Tuttavia, l’effettiva applicazione di queste misure rimane una sfida, spesso a causa di una combinazione di pressioni economiche, scarsa formazione e superficialità nella valutazione dei rischi.
In questo caso specifico, sarà necessario accertare se tutte le misure previste dalla legge fossero state adottate: erano presenti adeguati sistemi di protezione individuale? Il cantiere era conforme alle normative in materia di sicurezza? Le ispezioni e i controlli erano stati effettuati regolarmente?
È evidente che non basta una legislazione rigorosa se non vi è un reale impegno da parte di tutti i soggetti coinvolti – datori di lavoro, dirigenti, preposti e lavoratori – nell’applicazione pratica delle norme. Ogni cantiere deve essere un luogo sicuro, dove il rischio è ridotto al minimo grazie all’uso di tecnologie avanzate e all’applicazione costante di misure preventive.
La formazione e l’informazione rivestono un ruolo cruciale. I lavoratori devono essere adeguatamente formati sui rischi connessi alle attività che svolgono, soprattutto in contesti ad alto rischio come i lavori in quota. Allo stesso modo, i datori di lavoro devono garantire un ambiente di lavoro sicuro, investendo nelle attrezzature necessarie e promuovendo una cultura della sicurezza che non lasci spazio a compromessi.
Il sindacato ha il compito di vigilare, intervenire e denunciare ogni situazione di rischio, ma anche di sensibilizzare lavoratori e imprese sull’importanza di una corretta gestione della salute e sicurezza. La prevenzione deve diventare parte integrante della gestione aziendale quotidiana, non solo nei grandi cantieri, ma in ogni contesto di lavoro.
In conclusione, lo ripetiamo ogni volta che purtroppo avviene un fatto di questa portata, non possiamo permettere che incidenti come quello di Cesi si ripetano. Il costo umano è inaccettabile. È necessario rafforzare ulteriormente le ispezioni, investire nella formazione e nella prevenzione, e garantire che tutti gli attori del sistema produttivo si assumano la loro responsabilità . Solo così potremo sperare di ridurre realmente il numero degli infortuni e proteggere la vita di chi lavora”.