Morti sul lavoro in Umbria: formazione, partecipazione e controlli per il cambio di passo

Morti sul lavoro in Umbria: formazione, partecipazione e controlli per il cambio di passo

di GIULIANO BICCHIERARO*

L’Umbria si conferma, purtroppo, la regione con il più alto tasso di mortalità sul lavoro in Italia anche nel primo mese del 2025. I dati forniti dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering, basati sulle rilevazioni Inail, tracciano un quadro allarmante: Perugia è la seconda provincia in Italia per incidenza di decessi rispetto agli occupati, mentre Terni figura tra le aree che, almeno per ora, non hanno registrato vittime. Proprio di queste ore è anche la notizia di un’altra tragedia sfiorata a Perugia, con un solaio crollato a Colle Umberto. I due lavoratori sono precipitati nel vuoto riportando ferite, per fortuna non mortali.

Di fronte a questo scenario, è evidente che il sistema di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro necessiti di un deciso potenziamento. La Filca Cisl, da sempre impegnata nella tutela dei lavoratori, ritiene fondamentali alcune azioni chiave per invertire questa tendenza: formazione sul campo, maggiore partecipazione dei lavoratori all’organizzazione del lavoro, utilizzo della tecnologia digitale, controlli mirati e l’introduzione della patente a crediti per le imprese.

Formazione sul campo: il primo passo per la sicurezza

Uno degli aspetti cruciali per ridurre il numero di incidenti sul lavoro è la formazione continua, meglio se svolta direttamente sul campo. I dati evidenziano come l’incidenza più alta di mortalità colpisca lavoratori esperti (55-64 anni) e giovani (15-24 anni), due categorie che necessitano di un approccio formativo su misura. I primi devono essere aggiornati sulle nuove tecnologie e sui rischi emergenti, mentre i secondi devono essere adeguatamente istruiti prima di affrontare situazioni di pericolo. L’apprendimento pratico, unito a percorsi di aggiornamento costante, è essenziale per ridurre i rischi.

Partecipazione attiva dei lavoratori: sicurezza condivisa

Un altro punto fondamentale è il coinvolgimento diretto dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro. La sicurezza non può essere imposta dall’alto, ma deve essere costruita con il contributo di chi opera quotidianamente nei cantieri, nelle fabbriche e nei vari ambienti di lavoro. La creazione di comitati aziendali sulla sicurezza, che includano rappresentanti dei lavoratori, può favorire una gestione più consapevole dei rischi, aumentando la segnalazione di situazioni pericolose prima che si trasformino in tragedie.

Tecnologia digitale: un alleato per la prevenzione

L’innovazione tecnologica può giocare un ruolo determinante nella riduzione degli infortuni. Strumenti come i sensori IoT (Internet of Things), i dispositivi di protezione intelligenti e i software di monitoraggio in tempo reale permettono di individuare e prevenire situazioni di rischio prima che si verifichino incidenti. In un settore come l’edilizia, ad esempio, l’uso di sistemi di allarme per il rilevamento di movimenti pericolosi o il monitoraggio delle condizioni di lavoro in tempo reale potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte.

Controlli mirati e patente a crediti: premiare la sicurezza, punire la negligenza

Accanto alla formazione e alla tecnologia, è imprescindibile un sistema di controlli più efficaci e mirati, che permetta di colpire le aziende che non rispettano le normative di sicurezza. L’introduzione della patente a crediti, un meccanismo che premia le imprese virtuose e penalizza quelle che non garantiscono adeguati standard di sicurezza, potrebbe rappresentare una svolta decisiva. Le aziende che accumulano troppe infrazioni potrebbero perdere la possibilità di operare, incentivando così una cultura della prevenzione anziché della sanzione ex post.

La sicurezza come priorità collettiva

I dati di inizio 2025 confermano che la strada per ridurre le morti sul lavoro è ancora lunga, ma non impossibile. È necessario un cambiamento culturale che metta al centro la sicurezza, non come un costo, ma come un valore imprescindibile. Solo attraverso formazione, partecipazione attiva, innovazione tecnologica, controlli rigorosi e sistemi di premialità e penalizzazione, sarà possibile tutelare realmente la vita dei lavoratori. La Filca Cisl continuerà a battersi affinché queste misure diventino realtà, affinché il lavoro sia davvero un diritto, e non un rischio mortale.

(*)= segretario generale Filca Cisl Umbria