Bicchieraro: “A Cascia l’ennesimo infortunio: basta retorica sulla sicurezza, sia strutturale”
A pochi giorni dal nostro evento di Bevagna sulla sicurezza, le cronache ci restituiscono purtroppo l’ennesimo infortunio sul lavoro.
Stavolta è toccato ad un muratore di 48 anni che stava lavorando al cantiere del palazzo comunale di Cascia, dove sono in corso lavori di consolidamento post terremoto e precisamente un rafforzamento sismico e la riparazione di alcuni tramezzi nei piani superiori.
Giuliano Bicchieraro, segretario regionale della Filca Cisl, interviene sulla vicenda: “Nell’apprendere con sollievo che pur nella gravità dell’infortunio, il lavoratore fortunatamente non è in pericolo di vita – dice Bicchieraro – la questione sollecita nuovamente una riflessione sulle condizioni di lavoro in cui si sta dando corso ad un appalto pubblico. Se infatti dovessero trovare conferma le notizie di queste ore, secondo le quali le ferite sarebbero compatibili con una caduta dall’alto e nel cantiere non sarebbero presenti ponteggi, saremmo di fronte all’ennesimo caso di mancato rispetto sia del Codice degli Appalti, sia della legge sulla sicurezza. Le indagini della Procura di Spoleto faranno chiarezza sull’esatta dinamica e quindi anche le responsabilità. Certamente invece, come confermato dallo stesso sindaco, siamo di fronte all’ennesimo lavoro eseguito parzialmente in subappalto.
Riteniamo necessario spezzare la catena del massimo ribasso, accorciando il più possibile la quantità dei subappalti, perché se questo non avviene, ci sarà sempre l’anello debole e più è lunga la catena e maggiori rischi ci saranno per chi lavora”.
Agire in fretta per fermare la mattanza
“L’episodio di Cascia – prosegue il segretario Filca -è già il quinto di questo tipo nel 2024 in Umbria, in una regione che continua a detenere il triste primato di infortuni sul lavoro. Anche per questo bisogna continuare ad investire sulla formazione e sull’informazione: non bisogna fare sicurezza soltanto quando ci sono i fondi destinati. Come Cisl in generale e come Filca in particolare, continueremo a batterci in ogni sede per colmare l’evidente mancanza di cultura su questo fronte: la sicurezza deve affermarsi come qualcosa di strutturale, altrimenti continueremo ad aggiornare il triste bollettino quotidiano. Quello che deve passare, cominciando dai lavoratori per arrivare alle imprese è che i soldi spesi per la sicurezza sono un investimento sulla produttività: un’impresa edile che mette i suoi lavoratori di operare riducendo al minimo i rischi, è un’impresa virtuosa e raccoglierà i frutti.
La “patente a punti”, proposta oltre 20 anni fa dalla Filca e che finalmente troverà applicazione dal mese di ottobre, sarà una prima importante risposta, ma non è sufficiente. L’obiettivo deve essere quello di arrivare a zero infortuni sul lavoro e per questo motivo è importante dare seguito alla proposta della Cisl relativa alla partecipazione dei lavoratori all’organizzazione del lavoro nelle aziende. In questo modo saranno i lavoratori stessi ad essere vigili sentinelle affinché si operi in condizioni di massima sicurezza e tutela della salute”.